lunedì 16 febbraio 2015

Le isole dei Principi: escursione in giornata da Istanbul

Dopo molto tempo torno a parlarvi di Istanbul, ma ho deciso di abbandonare l'idea del diario lineare in cui vi racconto giorno per giorno. Ho deciso che racconterò le mie avventure in un modo diverso, che mi permetterà di essere più libera e così oggi vi racconto una delle possibili escursioni giornaliere che non bisogna assolutamente perdersi!

Come scappare dalla bellissima, ma anche caotica Istanbul? Ovviamente con un traghetto in direzione Isola dei Principi! Vi ricordo che risiedevo in zona Sultanhamet, molto comoda perchè da lì passa il tram. Prendete il tram e scendete alla fermata Kabatas, l'ultima. Non potete sbagliare, davanti a voi vedrete i traghetti, a destra c'è la compagnia che ho utilizzato io, la "Sehir Hatlari". Essendo una compagnia pubblica, il costo del biglietto è davvero esiguo e potrete utilizzare la vostra Istanbul card, quindi vi costerà quanto una corsa in tram! Il viaggio in traghetto dura circa un'ora mezza fino a Buyukada, ma ci sono anche altre fermate se preferite scegliere un'isola diversa. Io ho scelto questa perchè è la più grande tra le nove che formano l'arcipelago dei Principi nel Mar di Marmara. "Adalar", cioè isole in turco, furono meta di molti principi esiliati, nel periodo bizantino e successivamente divennero il luogo preferito delle famiglie di Istanbul per trascorrere i mesi più caldi dell'anno fuori dall'afosa città. 


Vi consiglio di non arrivare all'ultimo minuto altrimenti sarà difficile trovare un posto a sedere. Noi avevamo scelto il sabato per visitare quest'isola e così abbiamo avuto modo di ammirare la giornata di svago della gente del luogo. Si, c'erano abbastanza turisti, anche se sull'isola ne abbiamo visti ancora di più e abbiamo scoperto che avevano utilizzato un'altra compagnia di traghetti, ma molti di più erano i turchi! Ragazzine spensierate e famiglie che lanciavano i simir ai gabbiani! Già il viaggio in traghetto è un'emozione, molto bello ammirare i venditori di simir e di caffè o cay che passano tra i passeggeri, non curanti dell'ondeggiare del traghetto!

Mi rendo conto che mi sto già prolungando troppo e la selezione delle foto è immensa, ma su Buyukada ci ho lasciato un pezzettino di cuore. Un'isola ancora piena di verde con un'atmosfera per cui non trovo le parole adatte. Tra le case di legno dai colori pastello, i calessi trainati dai cavalli e l'immensa natura, ci si dimentica completamente che a un'ora e mezza c'è la caotica città! Qui il tempo sembra fermarsi e a me è parso di trovarmi in una linea temporale completamente diversa, a ricordarci che era il 2014 e non il 1900, sono state le tante macchine fotografiche appese al collo dei turisti e purtroppo i grattacieli della stessa Istanbul, che svettavano all'orizzonte!

Io e la mia dolce metà, da impavidi abbiamo deciso di raggiungere il monastero di San Giorgio che si deve assolutamente visitare, a piedi, ma penso ancora adesso che i veri impavidi siano stati coloro che hanno fatto una fila lunghissima per riuscire a salire su un calesse! Noi abbiamo preferito camminare per 4 km e il paesaggio ha ripagato ogni sforzo e ogni goccia di sudore, però non posso negare che dopo aver camminato a lungo, è stato davvero faticoso riuscire a salire a piedi fino al monastero. Infatti il monastero è situato su un promontorio e la salita che lo precede, si può fare solo a piedi o sul mulo (poveri muli). Essendo davvero ripida, se non si è allenati, si arriva in cima devastati. Nell'istante in cui ho visto il monastero e il panorama mozzafiato, mi sono ripresa all'istante! Il monastero è greco ortodosso, di piccole dimensioni, ma io ne sono rimasta molto colpita. All'interno vi sono molti quadri rivestiti di placche d'argento, qualcosa che non avevo mai visto, ma siccome è proibito fotografare al suo interno, rimarranno impressi solo nella mia mente.






Anche al ritorno abbiamo deciso di andare a piedi, ma abbiamo preso una strada alternativa, in quanto Stefano era ossessionato dall'edificio in legno mezzo diroccato che aveva visto da diverse angolazioni, salendo al monastero. Ci siamo avvicinati alla recinzione, ma l'edificio a mio parere era inquietante, affascinate, ma pur sempre inquietante; complice il filo spinato e i divieti! Non avendo la guida abbiamo provato a indovinare la sua funzione. A me sembrava tanto un albergo, ma i cartelli e divieti  con scritto zona militare, ci hanno portato fuori strada e abbiamo pensato potesse essere una struttura militare e per questo motivo ho proibito a Stefano di girarci intorno. C'è da dire che era davvero immenso e non avevamo il tempo necessario a girarci intorno. Con il senno di poi mi  è dispiaciuto, ma non ditelo a Stefano, mi farebbe la testa come un pallone! Alla fine abbiamo scoperto che nacque come casinò a inizio Novecento, ma il sultano non approvò e divenne un'orfanotrofio, fino a quando fu abbandonato.

L'orfanotrofio visto dalla pineta mentre ci recavamo verso il monastero

L'orfanotrofio visto dalla collina del monastero greco-ortodosso di San Giorgio

Questa escursione è stata meravigliosa e ci è dispiaciuto non pernottare sull'isola, avremmo avuto più tempo per esplorarla! Se la visitate non dimenticate di comprare la tipica corona di fiori che porta fortuna!
Stefano che mi compra una corona di fiori a Buyukada

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